Femminismo e Smart city

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Nelle ultime iniziative che abbiamo fatto su <Smart City e Città dei 15 minuti> abbiamo messo in evidenza come i poteri vogliono cambiare dalle fondamenta i modi e i tempi della nostra vita. Carlos Moreno nel suo “Manifesto della Città dei 15 minuti” dice proprio:

«È tempo di passare dalla pianificazione urbanistica alla pianificazione della vita urbana. Ciò significa trasformare lo spazio della città, ancora altamente mono-funzionale con le sue diverse aree specializzate, in una realtà policentrica, basata su quattro componenti principali -vicinanza, diversità, densità e ubiquità– per offrire a breve distanza le sei funzioni sociali urbane essenziali: vivere, lavorare, fornire, curare, imparare e godere»…«Dobbiamo essere creativi e immaginare, proporre e costruire un altro ritmo di vita, altri modi di occupare lo spazio urbano per trasformarne l’uso. Preservare la nostra qualità di vita ci impone di costruire altre relazioni tra due componenti essenziali della vita cittadina: il tempo e lo spazio».

Gli intenti della nuova fase del capitale sono espliciti e la nostra risposta deve essere altrettanto chiara: <Nostro lo spazio, nostro il tempo, giù le mani dalla nostra vita !>.

Nel recente libro di Silvia Federici <Oltre la periferia della pelle, ripensare, ricostruire e rivendicare il corpo nel capitalismo contemporaneo> (giugno 2023) ci sono passaggi importanti sul fatto che ogni volta il capitale ha voluto piegare i subalterni al suo nuovo modo di produzione ha agito su spazio e tempo delle vite: dalla chiusura dei terreni comuni, passando per i tempi e gli spazi della fabbrica taylorista, per la separazione dagli ambienti naturali, fino alla scuola che educa al lavoro o alla famiglia che ricostituisce la forza lavoro e trasmette i valori sociali dominanti.

[…] per costringere le persone a lavorare al servizio di altri,… il capitalismo ha sempre dovuto ristrutturare l’intero processo della riproduzione sociale, rimodellando il nostro rapporto con il lavoro oltre al nostro senso d’identità, di spazio e tempo, e della nostra vita sociale e sessuale. […] Con la filosofia, la psicologia e il terrore: trasformare i corpi in forza lavoro/ p.102

Dall’analisi storica dell’uso che il capitalismo ha fatto di tempo e spazio è chiaro quel che sta succedendo ora. Le delimitazioni metodiche della nostra esistenza (Smart city, Città dei 15 minuti, ZTL, smart working, digitalizzazioni imperanti, biotecnologie e agricoltura 4.0, emergenzalismo che sia per Covid, guerra o catastrofi ambientali, leggi repressive, collaborazionismo) non sono solo controllo sociale o mera gentrificazione. Vogliono piuttosto modificare i modi del (soprav)vivere per rinsaldare il dominio ed estrarre nuovo plusvalore molto più pervasivamente, attaccando alla base tutta la vita e i corpi. La consapevolezza femminista dei meccanismi del potere per costringere i subalterni nelle gabbie può essere molto utile per individuare e agire forme di contrasto e ribellione.

Ne parleremo con Silvia Federici il 5 dicembre 2024 a Strike, via U. Partini 21, Roma:

– 19:00 apericena – 20:30 presentazione dell’iniziativa

– 21:00 video collegamento con Silvia Federici – a seguire dibattito

Coordinamenta femminista e lesbica                    No Green Pass Roma   

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