Audio prima parte (introduzione e smart cities in Palestina)
Audio seconda parte (smart cities in Italia e focus su Roma)
Intervista sulla smart city a Bologna con l’Assemblea Antifascista contro il green pass di Bologna
NOSTRO LO SPAZIO! NOSTRO IL TEMPO!
GIÙ LE MANI DALLA NOSTRA VITA!
«È tempo di passare dalla pianificazione urbanistica alla pianificazione della vita urbana. Ciò significa trasformare lo spazio della città, ancora altamente mono-funzionale con le sue diverse aree specializzate, in una realtà policentrica, basata su quattro componenti principali -vicinanza, diversità, densità e ubiquità– per offrire a breve distanza le sei funzioni sociali urbane essenziali: vivere, lavorare, fornire, curare, imparare e godere»…«Dobbiamo essere creativi e immaginare, proporre e costruire un altro ritmo di vita, altri mod
i di occupare lo spazio urbano per trasformarne l’uso. Preservare la nostra qualità di vita ci impone di costruire altre relazioni tra due componenti essenziali della vita cittadina: il tempo e lo spazio».
Manifesto della Città dei 15 minuti di Carlos Moreno
Il capitalismo teorizza, programma e cerca di attuare, decide della nostra vita per il profitto e per il controllo. Come possiamo opporci? Come possiamo gettare gli zoccoli nell’ingranaggio?
Vi aspettiamo domenica 9 giugno 2024 dalle ore 18.30 allo Sweet Bunch, via Casilina 283, Roma. Sarà anche proiettato il documentario sul sistema di riconoscimento facciale israeliano RED WOLF.
Una città “intelligente”, così la chiamano, perché, ci dicono, le più moderne tecnologie digitali e di telecomunicazione – compreso il 5G – vengono messe al servizio della città, dell’ambiente e dei suoi abitanti. E vorrebbero farci credere che questo costituisca un’innovazione, un bene per tutti.
Invece è un concetto che va ben oltre.
Si tratta, infatti, di un nuovo paradigma per la realtà urbana basata su miriadi di sensori che raccolgono, ventiquattr’ore su ventiquattro, ingenti masse di dati, e su un elevatissimo livello di connettività. Così strade, incroci, palazzi, parcheggi e gran parte dell’arredo urbano “parlano” tra di loro, in tempo reale, grazie a quello che in gergo viene definito internet of things, l’internet delle cose, ovvero la connessione dinamica tra gli oggetti che utilizziamo quotidianamente. Intelligenza Artificiale, 5G, droni e altre innovazioni tecnologiche sperimentate reciprocamente sia in ambito militare che urbano trovano così la loro sintesi ideale.
Questa impostazione è direttamente collegata a una ristrutturazione e ottimizzazione tecnologica dei trasporti, delle catene di fornitura e di scarto, delle infrastrutture e degli insediamenti territoriali. Secondo la propaganda sarebbe l’unico modo possibile e green di affrontare le devastazioni ambientali che minacciano il capitalismo e di garantire l’ordine sociale, in tempi di guerre mondiali e militarizzazione crescente. In realtà è soprattutto una ulteriore modalità di controllo urbano ed estrazione di ricchezza dalle forme di vita e dagli ambienti, che aggraverà le nocività e il disciplinamento.
Vengono così istituite nuove ZTL, dove potrà entrare solo chi avrà il permesso o si farà tracciare o dovrà accettare un peggioramento delle condizioni di vita. Viene programmata la sostituzione delle automobili con quelle elettriche, per chi può permetterselo. Viene attivato il riconoscimento video e biometrico dei comportamenti “non conformi”. Vengono definiti ambiti territoriali sempre più circoscritti in cui devono essere esplicate le attività quotidiane, le così dette Città dei 15 minuti, da cui si esce solo per lavoro di servizio e le forniture possono essere eventualmente razionate, come rane via via più bollite e più in lockdown. Viene aumentata la necessità degli utenti di essere sempre connessi alla rete di controllo per fornire dati e usufruire dei servizi centralizzati. Vengono spese ingenti somme di denaro pubblico per la rete di controllo, dai sensori alle telecamere, dai trasmettitori alle centrali di monitoraggio intelligente Smart Control Room, con l’assunzione di personale e tecnologie poliziesche per il controllo.
Le Città dei 15 minuti costituiscono ambiti di base per la strutturazione della Smart City.
La smart city è quindi propagandata con una narrazione politica in cui, per incanto, grandi multinazionali, grandi banche, governi e partiti, insomma la classe dirigente nella sua stratificazione, si trasforma in soggetto animato da nobili ideali di altruismo e filantropia. Con le retoriche del bene comune, della comodità, della sicurezza, dello status sociale tutta la cittadinanza è chiamata a collaborare e stimolata a desiderare di conformarsi. Da una parte le zone da difendere, quelle cosmopolite, turistiche, finanziarie o per i ricchi borghesi con servizi privati di lusso, intorno gradazioni di ghetti via via sempre più isolati per i poveri, dove i servizi pubblici sono scaricati sull’associazionismo connivente e si possono controllare i potenziali disordini sociali. Chi non partecipa attivamente alla propria sottomissione sarà tacciato di scarso senso civico, additato fino a essere espulso dal novero dei cittadini legittimi come è successo durante il periodo pandemico con il green pass. In questo senso devono essere intesi tutti i percorsi di digitalizzazione dei rapporti con la pubblica amministrazione. I dispositivi digitali onnicomprensivi che prevedono passaporto, carta d’identità, patente, cartella sanitaria in un unico documento sono già in sperimentazione, come le piattaforme digitali di “partecipazione” civica o in prospettiva la moneta digitale che traccia ogni interesse o la patente del buon cittadino (Citizen Wallet) che usa stigma, premialità, delazione, paternalismo quali rapporti fondamentali tra istituzioni e cittadinanza.
Questo progetto è globale, non riguarda solo il nostro paese o la nostra città. Qui a Roma sta avendo un’accelerazione con l’entrata in funzione della videosorveglianza nella enorme ZTL fascia verde (1 novembre 2024) e con i lavori per la sicurezza del Giubileo 2025. In altre città come Milano, Bologna, Trento, Venezia, Udine, Bolzano la sperimentazione è più avanzata.
Bisogna informarsi, confrontarsi, prepararsi a contrastare l’attuazione, rifiutarci di collaborare, boicottare, opporre resistenza e autonomia, prima che sia troppo tardi.
Assemblea romana contro il green pass